
Il segreto per una vita lunga e in salute non è rincorrere le malattie, ma giocare d’anticipo con una prevenzione intelligente e consapevole.
- La prevenzione efficace si basa su un dialogo aperto e costante con il proprio medico, che diventa il regista della nostra salute.
- Conoscere gli screening essenziali e capire come affrontare gli esami senza paura trasforma un obbligo in un’opportunità di benessere.
Raccomandazione: Inizia oggi: programma un colloquio annuale con il tuo medico di famiglia per definire insieme il tuo calendario della salute personalizzato.
Quella vocina che dice “lo farò domani”. Quel fastidio leggero che ignoriamo sperando scompaia da solo. La tendenza a considerare il medico come l’ultima spiaggia, da consultare solo quando un sintomo diventa insopportabile. Se ti riconosci in questo quadro, non sei solo. Molti di noi vivono la medicina preventiva come un obbligo fastidioso, un elenco di esami da spuntare su un calendario immaginario, spesso dettato da generiche liste trovate online.
Questi elenchi, pur utili, spesso trascurano l’elemento più importante: il contesto personale. Si concentrano sul “cosa” fare (mammografia, analisi del sangue, controllo nei), ma raramente sul “come” e sul “perché”. Come si descrive un sintomo vago al proprio medico per essere capiti? Come si legge un referto senza farsi prendere dal panico per un valore fuori norma? E, soprattutto, come si costruisce un rapporto di fiducia con il sistema sanitario?
E se la vera chiave della prevenzione non fosse una sterile lista di esami, ma una gestione attiva e consapevole della propria salute? Questo articolo vuole essere proprio questo: non un ennesimo elenco, ma una guida pratica per trasformare il check-up da un peso a un potente strumento di benessere. Impareremo a dialogare con il nostro corpo e con il nostro medico, a decodificare il linguaggio della medicina e a navigare le opzioni che il nostro sistema sanitario ci offre.
In questo percorso, affronteremo insieme le paure, sfateremo i falsi miti e costruiremo un vero e proprio “calendario della salute” personalizzato. L’obiettivo è chiaro: non subire la salute, ma coltivarla ogni giorno, giocando d’anticipo per una vita più lunga, sana e serena.
Sommario: La tua mappa completa per una prevenzione efficace
- Le 3 forme di prevenzione: come agire prima che la malattia arrivi, scoprirla in tempo e gestirla al meglio
- “Mi sento strano”: come descrivere i tuoi sintomi al medico per farti capire e ottenere la diagnosi giusta
- Leggere le tue analisi del sangue (senza andare nel panico): la guida ai valori fondamentali e a cosa significano per la tua salute
- La mammografia fa male? La colonscopia è terribile? La verità sugli esami che possono salvarti la vita (sfatando le paure)
- Check-up con il sistema sanitario o con l’assicurazione privata? Pro e contro delle due vie per la prevenzione
- Perché il tuo medico di famiglia è la persona più importante per la tua salute (se sai come sceglierlo e collaborarci)
- Psicologo cognitivo, analista o terapeuta di coppia? Guida alla scelta dell’approccio psicologico giusto per il tuo problema
- La salute non si cura, si coltiva: la guida per costruire un equilibrio quotidiano che ti tiene lontano dai medici
Le 3 forme di prevenzione: come agire prima che la malattia arrivi, scoprirla in tempo e gestirla al meglio
Parlare di prevenzione significa spesso pensare a un concetto vago. In realtà, la medicina organizza la prevenzione in un’architettura precisa, basata su tre pilastri fondamentali che agiscono in momenti diversi della nostra vita e della storia di una potenziale malattia. Capire questa struttura è il primo passo per una gestione attiva della propria salute.
La prevenzione primaria è quella che tutti conosciamo, almeno in teoria. Riguarda l’adozione di stili di vita sani per ridurre i fattori di rischio ed evitare che la malattia si manifesti. Include una dieta equilibrata come quella Mediterranea, l’attività fisica regolare, l’astensione dal fumo e un consumo moderato di alcol. È la base su cui si costruisce tutto il resto: un corpo più forte è un corpo che si ammala meno.
La prevenzione secondaria entra in gioco quando la malattia è già presente ma non ha ancora dato sintomi evidenti. Il suo scopo è la diagnosi precoce, fondamentale per aumentare le possibilità di guarigione e ridurre l’impatto delle cure. Gli screening oncologici (mammografia, Pap test, ricerca del sangue occulto nelle feci) sono l’esempio più lampante di prevenzione secondaria. Il loro successo è tangibile: secondo i dati della sorveglianza Passi dell’ISS, in Italia oltre il 75% delle donne tra 50 e 69 anni ha effettuato una mammografia negli ultimi due anni, un’abitudine che salva letteralmente la vita.

Infine, la prevenzione terziaria si occupa di chi ha già una malattia cronica conclamata (come il diabete, l’ipertensione o una patologia cardiaca). L’obiettivo qui è gestire la malattia al meglio per prevenire complicanze, peggioramenti e ricadute, migliorando la qualità della vita del paziente. Controlli periodici, aderenza alla terapia e riabilitazione sono gli strumenti principali di questo livello di prevenzione.
Considerare questi tre livelli come un sistema integrato ci permette di capire che la salute è un percorso continuo, fatto di buone abitudini, controlli mirati e gestione attenta. Un’architettura completa per il nostro benessere.
“Mi sento strano”: come descrivere i tuoi sintomi al medico per farti capire e ottenere la diagnosi giusta
“Dottore, non mi sento bene”. È una delle frasi più comuni e, allo stesso tempo, più difficili da decifrare per un medico. Quel “non sentirsi bene” può nascondere decine di sfumature diverse. Imparare a descrivere i propri sintomi in modo preciso non è un dettaglio, ma un elemento cruciale per aiutare il medico a formulare una diagnosi corretta e tempestiva. Si tratta di un vero e proprio processo di decodifica dei sintomi, in cui il paziente è il primo e più importante investigatore.
Un metodo molto efficace, utilizzato anche dal personale sanitario per raccogliere l’anamnesi, è il modello PQRST. Si tratta di un acronimo che aiuta a organizzare le informazioni in modo logico e completo. Memorizzarlo può fare la differenza durante una visita medica.
- P (Provocazione/Palliazione): Cosa scatena o peggiora il sintomo? E cosa, al contrario, lo allevia? Ad esempio: “Il dolore al petto compare quando faccio le scale e migliora se mi fermo”.
- Q (Qualità/Quantità): Che tipo di sensazione è? È un dolore acuto, sordo, bruciante, pulsante? È costante o intermittente? “Sento un bruciore dietro lo sterno, non un dolore che stringe”.
- R (Regione/Radiazione): Dov’è localizzato esattamente il sintomo? Si irradia, ovvero si sposta in altre zone del corpo? “Il dolore parte dal fianco destro e si estende verso la gamba”.
- S (Severità/Scala): Quanto è intenso il sintomo? Su una scala da 1 a 10, dove 1 è un fastidio minimo e 10 il peggior dolore immaginabile, che numero daresti? “Oggi il mal di testa è un 8, ieri era un 4”.
- T (Tempo/Timing): Quando è iniziato il sintomo? Da quanto dura? Compare in momenti specifici della giornata? La sua frequenza è cambiata nel tempo? “Ho questa tosse secca da tre settimane, peggiora di notte”.
Usare questo schema permette di trasformare un vago “mi sento strano” in un quadro clinico dettagliato, fornendo al medico gli indizi fondamentali per orientare la diagnosi e richiedere gli esami più appropriati. È il primo passo per costruire un’efficace alleanza terapeutica.
Checklist pratica: come prepararsi alla visita medica
- Tieni un diario: Annota i sintomi per almeno una settimana prima della visita, specificando orari, intensità e possibili fattori scatenanti.
- Prepara la documentazione: Porta con te tutti gli esami precedenti, i referti di visite specialistiche e una lista completa dei farmaci che assumi (inclusi integratori).
- Scrivi le domande: Prepara una lista scritta delle domande che vuoi porre al medico, per non rischiare di dimenticare qualcosa a causa dell’emozione o della fretta.
- Sii onesto e specifico: Non omettere dettagli per vergogna o paura. Informazioni su stile di vita, alimentazione e abitudini sono preziose per il medico.
- Chiedi chiarimenti: Se non capisci una spiegazione o il nome di un farmaco, non esitare a chiedere al medico di ripetere o di scriverlo. L’obiettivo è uscire dalla visita con le idee chiare.
Leggere le tue analisi del sangue (senza andare nel panico): la guida ai valori fondamentali e a cosa significano per la tua salute
Ricevere il referto delle analisi del sangue è un momento che genera spesso ansia. Aprire la busta (o il file), scorrere la lista di nomi astrusi e vedere quel valore segnato in grassetto o con un asterisco può far scattare l’allarme. La prima reazione è quasi sempre quella di correre su Google, finendo in un vortice di autodiagnosi catastrofiche. Non è un caso che, secondo diverse analisi sulla comunicazione medico-paziente, circa il 70% dei pazienti si allarma inutilmente per valori leggermente fuori range, prima ancora di aver consultato il proprio medico.
È fondamentale sviluppare una minima alfabetizzazione sanitaria per capire che un singolo valore alterato, preso da solo, raramente significa qualcosa di grave. I “range di normalità” sono intervalli statistici e possono variare leggermente in base al laboratorio, all’età, al sesso e persino all’ora del prelievo. Solo il medico, conoscendo la tua storia clinica completa, può interpretare correttamente il quadro generale. Un valore di colesterolo leggermente alto in una persona altrimenti sana e attiva ha un peso diverso rispetto allo stesso valore in un paziente diabetico e fumatore.
Tuttavia, conoscere i parametri principali può aiutarci ad avere un dialogo più consapevole con il medico. La tabella seguente riassume alcuni dei valori più comuni, con un’indicazione generale del loro significato, tenendo conto di alcune specificità della popolazione italiana.
| Parametro | Valori normali | Quando preoccuparsi | Note per italiani |
|---|---|---|---|
| Vitamina D | 30-100 ng/ml | <20 ng/ml | Si stima che circa il 60% degli italiani sia carente, specialmente in inverno. |
| Colesterolo totale | <200 mg/dl | >240 mg/dl | La Dieta Mediterranea ha un ruolo protettivo, ma è importante controllare i valori. |
| Glicemia | 70-100 mg/dl | >126 mg/dl a digiuno | Il diabete di tipo 2 è in costante aumento in Italia. |
| Ferritina | 12-150 ng/ml donne 15-200 ng/ml uomini |
<12 ng/ml | La carenza di ferro è molto frequente nelle donne in età fertile. |
Ricorda sempre: questo quadro è puramente indicativo. L’unico interprete autorizzato delle tue analisi è il tuo medico. Il tuo ruolo è quello di essere un paziente informato, non un diagnosta improvvisato. Usa queste informazioni per porre domande pertinenti, non per trarre conclusioni affrettate.
La mammografia fa male? La colonscopia è terribile? La verità sugli esami che possono salvarti la vita (sfatando le paure)
La paura è una delle barriere più grandi alla prevenzione. La paura del dolore, del fastidio, dell’imbarazzo, ma soprattutto, la paura del risultato. Esami come la mammografia e la colonscopia sono spesso circondati da un’aura di timore, alimentata da racconti di amici e parenti o da informazioni distorte. È ora di fare chiarezza e affrontare questi esami per quello che sono: strumenti potentissimi che possono salvare la vita.
La mammografia è l’esame principe per la diagnosi precoce del tumore al seno. Certo, la compressione della mammella può risultare fastidiosa o per alcune donne leggermente dolorosa, ma dura solo pochi secondi. Questo breve disagio è un prezzo irrisorio da pagare di fronte ai benefici. I programmi di screening organizzato hanno un impatto straordinario sulla mortalità. Basti pensare che in regioni virtuose come l’Emilia-Romagna, si è osservata una riduzione della mortalità per tumore al seno del 56% nelle donne che partecipano regolarmente allo screening rispetto a quelle che non lo fanno. Un dato che parla da solo.
La colonscopia, d’altra parte, spaventa per la sua natura invasiva e per la preparazione necessaria. È importante sapere che oggi l’esame viene eseguito quasi sempre in sedazione, rendendolo di fatto indolore. Il paziente dorme e non si accorge di nulla. Inoltre, è cruciale capire che la colonscopia non è un esame di primo livello per tutti. Lo screening per il tumore del colon-retto prevede, per la popolazione tra i 50 e i 69 anni, un test molto più semplice: la ricerca del sangue occulto nelle feci. Solo se questo test risulta positivo, si procede con la colonscopia come approfondimento. Questo approccio a due livelli ha dimostrato di poter ridurre la mortalità per cancro colorettale di circa il 15% in 20 anni, evitando esami invasivi non necessari alla maggior parte della popolazione.
Affrontare la paura con l’informazione è la strategia vincente. Parlare con il proprio medico, chiedere dettagli sulla procedura, sulla sedazione e sui possibili disagi aiuta a demistificare questi esami. Ricordiamoci che il vero nemico non è l’esame, ma la malattia che non viene scoperta in tempo.
Check-up con il sistema sanitario o con l’assicurazione privata? Pro e contro delle due vie per la prevenzione
Una volta superato lo scoglio della motivazione, si presenta una domanda pratica: come organizzare i propri controlli? In Italia, le strade principali sono due: affidarsi al Sistema Sanitario Nazionale (SSN) o rivolgersi al settore privato, spesso tramite assicurazioni sanitarie o pagando direttamente le prestazioni. Non esiste una risposta giusta in assoluto; la scelta dipende dalle proprie esigenze, urgenze e disponibilità economiche.
Il SSN offre un’assistenza di altissima qualità e garantisce a tutti l’accesso ai programmi di screening e alle cure essenziali. I percorsi di prevenzione organizzata (come per i tumori di seno, cervice e colon-retto) sono completamente gratuiti per le fasce d’età a rischio. Il grande vantaggio è l’universalità e l’affidabilità, ma il punto debole, come tristemente noto, sono i tempi di attesa. Per esami diagnostici al di fuori dei percorsi di screening, le liste possono essere molto lunghe, specialmente in alcune regioni.
Il settore privato, d’altra parte, offre come principale vantaggio la rapidità. È possibile prenotare una visita specialistica o un esame diagnostico in pochi giorni. Questo può essere cruciale quando si ha un sintomo sospetto che richiede una valutazione veloce. Di contro, i costi possono essere molto elevati, anche se parzialmente coperti da polizze assicurative o fondi sanitari integrativi. La tabella seguente, basata su dati medi nazionali, offre un confronto chiaro sui tempi di attesa per alcune prestazioni chiave.
| Prestazione | SSN (tempi medi) | SSN (tempi max) | Privato | Costo ticket SSN |
|---|---|---|---|---|
| Mammografia screening | 62-110 giorni | 320 giorni | 1-7 giorni | Gratuita (50-74 anni) |
| Colonscopia | 90 giorni | 360 giorni | 7-15 giorni | Gratuita se positivo SOF |
| Visita oncologica urgente | 2-3 giorni | 10 giorni | 24-48 ore | €23-36 |
| Pap test | 30 giorni | 60 giorni | Immediato | Gratuito (25-64 anni) |
La terza via: l’attività in Libera Professione Intramuraria (Intramoenia)
Esiste una terza opzione che molti non conoscono: l’intramoenia. Permette di scegliere uno specifico medico che lavora in una struttura pubblica (ospedale, poliambulatorio) e farsi visitare da lui privatamente, pagando una tariffa stabilita. I vantaggi sono molteplici: si accede all’esperienza di un medico ospedaliero e alle tecnologie della struttura pubblica, ma con i tempi di attesa del privato (solitamente 7-15 giorni per una visita). I costi, che variano da circa 100 a 250 euro per una visita specialistica, sono interamente detraibili al 19% dalla dichiarazione dei redditi, rappresentando una soluzione intermedia molto interessante.
La strategia migliore è spesso un mix delle due: sfruttare appieno i percorsi di screening gratuiti e di eccellenza del SSN e ricorrere al privato o all’intramoenia per esigenze specifiche o per accorciare i tempi di un approfondimento diagnostico.
Perché il tuo medico di famiglia è la persona più importante per la tua salute (se sai come sceglierlo e collaborarci)
In un mondo di iper-specializzazione e informazioni sanitarie accessibili con un click, potremmo essere portati a sottovalutare il ruolo del nostro Medico di Medicina Generale (MMG), comunemente detto medico di famiglia. Eppure, è proprio lui la figura più importante per la nostra salute, il vero e proprio regista del nostro percorso di cura all’interno del Sistema Sanitario Nazionale. Non è un semplice “prescrittore di ricette”, ma il professionista che ci conosce nel tempo, che ha una visione d’insieme della nostra storia clinica e che può guidarci nel complesso mondo della sanità.
Costruire un’alleanza terapeutica solida con il proprio MMG è fondamentale. Questo significa comunicare apertamente, fidarsi delle sue indicazioni e vederlo come un partner nel mantenimento del proprio benessere. È lui che, sulla base della nostra età, del nostro sesso e dei nostri fattori di rischio, può consigliarci il calendario di controlli più adatto, prescrivere gli esami necessari, indirizzarci verso gli specialisti giusti e gestire le patologie croniche. Un buon medico di famiglia non si limita a curare, ma educa alla prevenzione.
Come sottolinea il Dr. Giuseppe Russo, Direttore Generale di un’importante ASL italiana, il suo ruolo è centrale e insostituibile:
Il MMG è il regista della tua salute nel SSN: coordina il percorso di cura, prescrive esami e visite specialistiche, gestisce le esenzioni per patologia.
– Dr. Giuseppe Russo, Direttore Generale ASL Napoli 3 Sud
Ma cosa fare se non ci si trova bene con il proprio medico? Il rapporto di fiducia è un diritto. Cambiare medico di base oggi è un’operazione semplice che si può fare online. Ecco alcuni criteri per scegliere bene:
- Disponibilità: Verifica gli orari dell’ambulatorio e la disponibilità per visite domiciliari.
- Vicinanza: Un medico vicino a casa o al lavoro è più facile da raggiungere.
- Massimale pazienti: Un medico con meno di 1000-1200 assistiti potrebbe avere più tempo da dedicare a ciascuno. Questa informazione è spesso disponibile sui portali delle ASL.
- Passaparola: Chiedere un parere a familiari o amici fidati può essere un buon punto di partenza.
Investire tempo nella scelta e nella costruzione di un buon rapporto con il proprio medico di famiglia è uno degli atti di prevenzione più efficaci che possiamo compiere.
Psicologo cognitivo, analista o terapeuta di coppia? Guida alla scelta dell’approccio psicologico giusto per il tuo problema
La prevenzione non riguarda solo il corpo. Prendersi cura della propria salute mentale è altrettanto cruciale per un benessere completo. Eppure, la barriera psicologica e lo stigma sociale sono ancora forti. I dati del Ministero della Salute indicano una realtà preoccupante: in Italia, solo il 30% circa di chi avrebbe bisogno di un supporto psicologico vi accede realmente. Spesso, questo è dovuto non solo alla paura del giudizio, ma anche alla confusione: a chi mi devo rivolgere? Qual è la differenza tra uno psicologo, uno psicoterapeuta e uno psichiatra?
Fare chiarezza è il primo passo per chiedere aiuto. Lo psicologo è un laureato in psicologia che, dopo l’esame di stato, può offrire consulenza, supporto e fare diagnosi. Non può, però, condurre una psicoterapia. Per fare questo, serve una specializzazione post-laurea di almeno quattro anni, che conferisce il titolo di psicoterapeuta. È quest’ultimo il professionista a cui rivolgersi per un percorso di trattamento strutturato, mirato a risolvere problemi psicologici profondi.
Lo psichiatra, invece, è un medico con una specializzazione in psichiatria. La sua formazione medica gli consente, a differenza degli altri due, di prescrivere farmaci. Il suo intervento è fondamentale quando il disturbo (come una depressione maggiore o un disturbo d’ansia grave) richiede anche un supporto farmacologico per essere gestito.
Una volta capita la figura professionale, si apre il mondo dei diversi approcci terapeutici. Non esiste un approccio “migliore” in assoluto, ma quello più adatto al tipo di problema e alla personalità del paziente. La terapia cognitivo-comportamentale è molto pratica e si concentra sul modificare pensieri e comportamenti disfunzionali nel presente. L’approccio psicodinamico o analitico esplora più a fondo le radici inconsce e le esperienze passate che influenzano il presente. Esistono poi terapie specifiche come quella sistemico-relazionale, perfetta per problemi familiari o di coppia. Informarsi su questi approcci prima di scegliere un professionista può aiutare a trovare il percorso più in sintonia con le proprie esigenze.
Da ricordare
- La prevenzione non è un evento singolo, ma un processo continuo basato su stile di vita (primaria), diagnosi precoce (secondaria) e gestione delle cronicità (terziaria).
- Un dialogo aperto e una comunicazione precisa con il medico di famiglia sono più importanti di qualsiasi esame, e il metodo PQRST è uno strumento pratico per farsi capire.
- Gli esami di screening, pur potendo generare ansia, sono strumenti scientificamente validati che riducono drasticamente la mortalità per molte patologie oncologiche.
La salute non si cura, si coltiva: la guida per costruire un equilibrio quotidiano che ti tiene lontano dai medici
Siamo giunti alla fine di questo percorso. Abbiamo visto come comunicare, come interpretare, come affrontare le paure e come navigare il sistema. Ma il messaggio più importante è che la salute non è qualcosa che “si fa” una volta all’anno nello studio di un medico. È qualcosa che si coltiva ogni singolo giorno, attraverso piccole e grandi scelte che costruiscono il nostro benessere a lungo termine. La prevenzione più potente è quella che ci tiene, per quanto possibile, lontani dai medici.
Questo significa tornare alle basi della prevenzione primaria: l’alimentazione e l’attività fisica. Non si tratta di mode o diete punitive, ma di abbracciare modelli sostenibili e scientificamente validati. La Dieta Mediterranea, patrimonio UNESCO e orgoglio italiano, non è solo una lista di cibi, ma un vero e proprio stile di vita. Le nuove linee guida ISS-SINPE pubblicate nel 2024 hanno ribadito il suo potere terapeutico, confermando che una forte aderenza a questo modello alimentare porta a una riduzione del 9% della mortalità generale e cardiovascolare. Abbinata a 30 minuti di attività fisica moderata al giorno, costituisce la polizza sulla vita più efficace che esista.
Per trasformare questi principi in un’abitudine, è utile dotarsi di un piano personale. Un calendario annuale che ci ricordi le scadenze importanti e ci spinga a una gestione attiva e programmata della nostra salute.
Piano d’azione: il tuo calendario della prevenzione annuale
- Gennaio: È il mese dei buoni propositi. Prenota il check-up annuale con il tuo medico di famiglia e programma gli esami del sangue di routine.
- Marzo: Controlla le scadenze degli screening oncologici a cui hai diritto (mammografia, Pap-test, sangue occulto nelle feci) e prenota se necessario.
- Maggio: Con l’arrivo della bella stagione, fai una valutazione del tuo peso e della circonferenza vita. Pianifica l’attività fisica per l’estate.
- Settembre: Dopo le vacanze, è un buon momento per un controllo della pressione arteriosa e per fare il punto sulle terapie croniche con il tuo medico.
- Novembre: Valuta la vaccinazione antinfluenzale, specialmente se sei in una categoria a rischio, e inizia a pianificare i controlli per l’anno successivo.
Questo semplice schema trasforma la prevenzione da un’idea astratta a una serie di azioni concrete e gestibili. Coltivare la salute è un impegno, ma è l’investimento più prezioso che possiamo fare per il nostro futuro.
Il primo passo non è prenotare un esame complesso, ma un colloquio. Contatta oggi il tuo medico di famiglia per costruire insieme la tua strategia di prevenzione personalizzata e prenderti finalmente cura di te, giocando d’anticipo.
Domande frequenti sulla prevenzione e i controlli medici
Che differenza c’è tra psicologo e psicoterapeuta?
Lo psicologo ha una laurea in psicologia e, dopo l’esame di Stato, può fare diagnosi e offrire consulenza e supporto psicologico. Lo psicoterapeuta è uno psicologo (o un medico) che ha conseguito un’ulteriore specializzazione quadriennale che lo abilita a condurre una psicoterapia, ovvero un percorso strutturato di cura per disturbi psicologici.
Quando serve lo psichiatra?
Lo psichiatra è un medico specializzato in psichiatria. A differenza dello psicologo e dello psicoterapeuta, può prescrivere farmaci. Il suo intervento è necessario quando i sintomi (ad esempio in caso di depressione grave, disturbi bipolari o psicosi) richiedono un supporto farmacologico in aggiunta o in alternativa al percorso psicoterapeutico.
Il Bonus Psicologo copre tutte le sedute?
No, il Bonus Psicologo è un contributo economico che aiuta a sostenere le spese. Per il 2024, l’importo massimo erogabile è di 1.500 euro, ma varia in base alla fascia ISEE del richiedente. Questo importo può coprire un numero limitato di sedute (indicativamente tra 10 e 25), a seconda della tariffa del professionista scelto. Non è pensato per coprire un intero percorso terapeutico a lungo termine.