
Contrariamente a quanto si pensa, la Realtà Aumentata non è una tecnologia futuristica per l’intrattenimento, ma uno strumento di business maturo che sta già generando profitti e ottimizzando processi oggi.
- Risolve problemi concreti: riduce i resi nell’e-commerce, abbatte i costi di assistenza tecnica e accelera la formazione.
- È più accessibile di quanto credi: grazie alla WebAR, funziona già sullo smartphone che hai in tasca, senza bisogno di app o visori costosi.
Raccomandazione: Non chiederti “dove posso usare l’AR?”, ma piuttosto “qual è il problema più costoso o frustrante per i miei clienti che l’AR può risolvere?”. La risposta a questa domanda è il punto di partenza per una crescita strategica.
Quando si parla di Realtà Aumentata (AR), la mente corre spesso a filtri divertenti sui social media o a fenomeni di massa come Pokémon Go. Questa percezione, sebbene comprensibile, è un’illusione che oscura la vera natura di questa tecnologia. L’AR non è un semplice passatempo digitale; è una delle rivoluzioni industriali più silenziose e potenti del nostro tempo, un ponte strategico che collega l’intelligenza dei dati digitali con la concretezza del mondo fisico per risolvere problemi reali e misurabili.
Mentre la discussione pubblica si concentra ancora sui gadget, le aziende più innovative stanno già utilizzando l’AR per trasformare radicalmente le loro operazioni. La usano per permettere ai clienti di provare un divano nel proprio salotto prima di acquistarlo, eliminando l’incertezza e abbattendo i tassi di reso. La impiegano per guidare un tecnico inesperto nella riparazione di un macchinario complesso, con un esperto che lo assiste da migliaia di chilometri di distanza, azzerando i costi di trasferta. La integrano nei percorsi formativi per accelerare l’apprendimento e ridurre gli errori umani.
Ma se il suo potenziale è così vasto, perché la maggior parte dei professionisti la considera ancora una tecnologia di nicchia? La chiave non risiede nel chiedersi *cosa* sia l’AR, ma nel capire *perché* sta funzionando proprio ora. Il vero valore non è nella capacità di sovrapporre un’immagine a un video, ma nella sua abilità di fornire un’intelligenza contestuale: l’informazione giusta, nel posto giusto, al momento giusto. Questo articolo non è una lista di app curiose, ma una roadmap strategica per professionisti, marketer ed educatori che vogliono capire come l’AR stia già creando un vantaggio competitivo tangibile, e come possono iniziare a sfruttarla.
Per chi preferisce un formato visivo, il video seguente offre un’immersione completa nell’evoluzione delle tecnologie immersive, spiegando in modo chiaro e accessibile come funzionano e perché rappresentano un’opportunità di business che non è più possibile ignorare.
In questa guida approfondita, esploreremo le applicazioni concrete che stanno già definendo il futuro del commercio, della manutenzione industriale e della formazione, fornendo una visione chiara delle opportunità strategiche che questa tecnologia mette a disposizione.
Sommario: La realtà aumentata come strumento strategico per il business
- VR contro AR: perché una ti chiude in un mondo finto e l’altra ti darà i superpoteri nel mondo reale
- Dal divano al tuo salotto in 3 click: la roadmap per integrare la prova in AR nel tuo e-commerce
- Il tecnico non serve più in presenza: come l’AR sta facendo risparmiare milioni alle aziende manifatturiere
- Non ti serve un visore da 3000€: 5 applicazioni geniali di realtà aumentata che hai già in tasca
- Perché i Google Glass fallirono e i nuovi visori avranno successo: la lezione sulla privacy e l’usabilità
- Come usare la tecnologia per essere più umano: automazione e CRM al servizio di un rapporto personalizzato con il cliente
- Midjourney per l’ispirazione, DALL-E per la precisione: quale IA visiva serve davvero al tuo progetto?
- Crescere o morire: la guida strategica per identificare e cogliere le giuste opportunità di crescita per la tua azienda
VR contro AR: perché una ti chiude in un mondo finto e l’altra ti darà i superpoteri nel mondo reale
Per comprendere il potenziale rivoluzionario della Realtà Aumentata (AR), è fondamentale distinguerla dalla sua “cugina” più famosa, la Realtà Virtuale (VR). Spesso confuse, le due tecnologie rispondono a bisogni diametralmente opposti. La VR ha l’obiettivo di sostituire la realtà: indossando un visore, si viene completamente immersi in un ambiente digitale, isolati dal mondo fisico. È un’esperienza totalizzante, perfetta per il gaming o per simulazioni complesse. La Realtà Aumentata, invece, non vuole sostituire il mondo, ma potenziarlo. Come sottolinea un’analisi, la Realtà Aumentata amplifica il mondo reale sovrapponendo contenuti digitali, permettendoci di mantenere la piena consapevolezza dell’ambiente fisico che ci circonda.
In altre parole, la VR ti “teletrasporta” altrove, mentre l’AR ti fornisce dei “superpoteri” esattamente dove sei. Immagina di dover montare un mobile: la VR potrebbe farti esercitare in una stanza virtuale, ma l’AR proietta le istruzioni animate direttamente sulle viti e sui pannelli reali che hai di fronte. Questa differenza è cruciale per le applicazioni di business. Mentre la VR crea mondi finti, l’AR costruisce un ponte tra il digitale e il fisico, fornendo informazioni contestuali che aumentano l’efficienza e riducono gli errori nel mondo reale. Questo potenziale non è più un’ipotesi: secondo le proiezioni, il mercato AR/VR, stimato a 37,64 miliardi di dollari nel 2024, è destinato a una crescita esponenziale, a riprova del suo impatto strategico.
A differenza della VR, che crea un ambiente completamente separato, la AR aggiunge informazioni o oggetti virtuali alla visuale del mondo fisico. La AR non solo migliora la percezione del mondo reale, ma consente anche di interagire con gli oggetti digitali in modo naturale e intuitivo.
– Dott Kompany, Realtà Virtuale e Realtà Aumentata: applicazioni nel 2024
Questa capacità di arricchire la realtà, anziché rimpiazzarla, rende l’AR uno strumento incredibilmente versatile, capace di integrarsi nei processi lavorativi e decisionali senza creare una frattura con l’ambiente operativo. È questa la ragione per cui il suo impatto sul business è, e sarà sempre di più, enormemente più vasto di quello della VR.
Dal divano al tuo salotto in 3 click: la roadmap per integrare la prova in AR nel tuo e-commerce
Uno dei maggiori ostacoli dell’e-commerce è sempre stato “l’abisso dell’immaginazione”: il divario tra vedere un prodotto su uno schermo e capire come si integrerà realmente nella nostra vita e nei nostri spazi. La Realtà Aumentata sta colmando questo abisso, trasformando l’esperienza di acquisto online da un atto di fede a una decisione informata e sicura. La funzione di “prova prima di acquistare” (virtual try-on) non è più un gimmick, ma un potente driver di conversioni e uno strumento per ridurre i costi legati ai resi. Attraverso lo smartphone, i clienti possono visualizzare un mobile in 3D nel proprio salotto, verificare le dimensioni reali, e persino abbinare i colori con l’arredamento esistente.
L’impatto è misurabile e significativo. Un caso emblematico è quello di IKEA, la cui app Place ha permesso agli utenti di posizionare virtualmente i mobili nelle loro case. I risultati sono stati chiari: l’integrazione di questa funzione ha portato a un aumento delle conversioni del 35% rispetto ai metodi di visualizzazione tradizionali. Questo non vale solo per l’arredamento. Il settore della moda e del beauty sta vivendo una rivoluzione simile, con camerini virtuali che permettono di provare occhiali, gioielli o persino diverse tonalità di trucco, eliminando l’incertezza che spesso blocca l’acquisto online.
Caso studio: Google Virtual Try-On per l’abbigliamento
Google ha recentemente potenziato il suo strumento di prova virtuale che unisce AR e Intelligenza Artificiale. Il sistema permette ai clienti di vedere come i capi di abbigliamento vestirebbero su modelli con diverse forme del corpo. Sfruttando l’IA generativa, la tecnologia crea in tempo reale una rappresentazione ultra-realistica del tessuto e del drappeggio, offrendo una preview fedele che aiuta i consumatori a scegliere la taglia e lo stile giusto con una fiducia senza precedenti.
Integrare l’AR nel proprio e-commerce non richiede necessariamente di sviluppare un’app da zero. Piattaforme emergenti e la tecnologia WebAR permettono di implementare queste esperienze direttamente sul sito web, rendendole accessibili a tutti i visitatori da browser mobile.
Piano d’azione: audit per l’integrazione AR nel tuo e-commerce
- Punti di contatto: Identifica i prodotti del tuo catalogo con il più alto tasso di reso o di esitazione all’acquisto a causa di dubbi su dimensioni, stile o colore.
- Collecte: Raccogli i modelli 3D dei prodotti prioritari. Se non li hai, valuta servizi di scansione o creazione 3D.
- Cohérence: Scegli la piattaforma di implementazione (app dedicata, integrazione WebAR sul sito, filtri social) più in linea con il percorso d’acquisto dei tuoi clienti.
- Mémorabilité/émotion: Definisci l’esperienza utente. Deve essere semplice, intuitiva e risolvere un problema specifico (es. “Questo tavolo ci sta in cucina?”).
- Plan d’intégration: Inizia con un progetto pilota su un numero limitato di prodotti per misurare il ROI (aumento conversioni, riduzione resi) prima di estendere la funzionalità all’intero catalogo.
Il tecnico non serve più in presenza: come l’AR sta facendo risparmiare milioni alle aziende manifatturiere
Nel settore industriale e manifatturiero, un fermo macchina non pianificato può costare decine di migliaia di euro all’ora. La velocità e l’efficacia della manutenzione sono quindi cruciali. Tradizionalmente, questo significava far viaggiare un tecnico specializzato, con costi e tempi di attesa significativi. La Realtà Aumentata sta demolendo questo modello obsoleto, introducendo il concetto di assistenza remota potenziata. Grazie all’AR, un tecnico junior presente sul posto può diventare letteralmente gli occhi e le mani di un esperto situato in un’altra parte del mondo.
Il funzionamento è tanto semplice quanto geniale: attraverso un visore AR o un tablet, il tecnico in loco inquadra il macchinario. L’esperto da remoto vede esattamente la stessa cosa e può sovrapporre istruzioni digitali, schemi, frecce o evidenziazioni direttamente sull’immagine reale. Può dire “svita questa valvola” e far apparire una freccia animata proprio su quella valvola. Questo processo di “dematerializzazione della competenza” abbatte i tempi di intervento da giorni a minuti e riduce drasticamente i costi legati a viaggi e trasferte. Inoltre, democratizza la conoscenza, permettendo di distribuire il know-how dei migliori esperti su scala globale.
Caso studio: Manutenzione con Digital Twin in AR
Le aziende più avanzate utilizzano l’AR in combinazione con il “Digital Twin” (gemello digitale) di un macchinario. Il tecnico sul campo può sovrapporre il modello 3D digitale all’impianto fisico, visualizzando in tempo reale dati provenienti da sensori IoT (come temperatura o pressione), simulando procedure complesse in sicurezza e identificando anomalie interne altrimenti invisibili a occhio nudo. Queste sessioni di manutenzione possono essere registrate e trasformate in materiale di formazione interattivo, creando una libreria di conoscenze on-demand per i futuri tecnici.
Grazie all’arricchimento del mondo reale tramite elementi digitali 3D, la Realtà Aumentata rappresenta lo strumento ideale per organizzare sessioni di training per lavoratori implementando un sistema di apprendimento visivo molto più efficace di quello tradizionale. Gli operai manutentori possono effettuare gli interventi necessari da diversa sede accedendo in pochi secondi a tutte le informazioni di cui hanno bisogno.
– Dgroove.it, Manutenzione da remoto con la Realtà Aumentata
Il risultato è una trasformazione radicale dell’efficienza operativa. L’AR non solo risolve il problema nell’immediato, ma capitalizza ogni intervento trasformandolo in una risorsa formativa, creando un circolo virtuoso di miglioramento continuo e di risparmio sui costi a lungo termine.
Non ti serve un visore da 3000€: 5 applicazioni geniali di realtà aumentata che hai già in tasca
Uno dei più grandi equivoci sulla Realtà Aumentata è la percezione che sia una tecnologia elitaria, accessibile solo attraverso costosi e ingombranti visori. La realtà, è il caso di dirlo, è molto diversa. La più grande rivoluzione dell’AR sta avvenendo proprio sullo schermo dello smartphone che portiamo ogni giorno in tasca. Grazie a una tecnologia chiamata WebAR, le esperienze in realtà aumentata sono oggi accessibili direttamente tramite il browser del telefono (come Chrome o Safari), senza la necessità di scaricare alcuna applicazione.
Questa evoluzione abbatte la principale barriera all’adozione di massa. Per un’azienda, significa poter offrire un’esperienza AR a chiunque visiti il proprio sito web con un semplice click. Come evidenziano gli esperti del settore, nel 2024, la WebAR rappresenta una rivoluzione nell’accessibilità, consentendo di raggiungere un pubblico vastissimo con esperienze immersive e interattive. Non si tratta di un futuro lontano: milioni di persone utilizzano già l’AR ogni giorno, spesso senza nemmeno rendersene conto. Questo “ponte” tecnologico funziona grazie a standard web come HTML e JavaScript, sfruttando la fotocamera e i sensori del telefono per integrare contenuti digitali nel mondo reale.
Ecco cinque categorie di applicazioni geniali che dimostrano come l’AR sia già uno strumento pratico e a portata di mano:
- Superare l’incertezza spaziale: App come IKEA Place o Myty AR permettono di visualizzare mobili e oggetti d’arredamento nel proprio ambiente domestico, per verificare dimensioni e stile prima dell’acquisto.
- Abbattere le barriere linguistiche: Google Translate utilizza l’AR per tradurre testi in tempo reale. Basta inquadrare un cartello o un menu con la fotocamera per vedere la traduzione sovrapposta all’immagine originale.
- Rendere visibile l’invisibile: Applicazioni come Star Walk 2 identificano stelle, pianeti e costellazioni semplicemente inquadrando il cielo notturno, arricchendo la nostra percezione con un livello di informazioni astronomiche.
- Imparare facendo: App educative come Civilisations AR del BBC portano reperti storici da musei di tutto il mondo direttamente nel nostro salotto, permettendo di esplorarli in 3D da ogni angolazione.
- Trasformare lo spazio in una tela: App creative come WallaMe consentono di lasciare messaggi o disegni “nascosti” in realtà aumentata su muri e superfici del mondo reale, visibili solo da altri utenti dell’app.
Questi esempi dimostrano che l’AR non è fantascienza. È una tecnologia matura, versatile e, soprattutto, incredibilmente accessibile, pronta per essere utilizzata per risolvere problemi quotidiani, imparare in modo nuovo o semplicemente esplorare il mondo con occhi diversi.
Perché i Google Glass fallirono e i nuovi visori avranno successo: la lezione sulla privacy e l’usabilità
Per capire dove sta andando il mercato dei visori AR, è essenziale guardare indietro e analizzare uno dei fallimenti più famosi della storia della tecnologia: i Google Glass. Lanciati con grande clamore, si scontrarono con un muro di scetticismo e resistenza sociale. Le ragioni del fallimento sono una lezione fondamentale per chiunque sviluppi oggi tecnologia indossabile. Principalmente, i problemi furono tre: un problema di privacy enorme, un prezzo proibitivo e la mancanza di una “killer application” chiara per l’utente medio.
La fotocamera sempre attiva sollevò timori diffusi sulla registrazione non autorizzata, tanto che gli utenti vennero etichettati con il termine dispregiativo “glasshole” e banditi da bar e ristoranti. Inoltre, con un prezzo di circa 1.500 dollari, il dispositivo era un lusso per pochi e non risolveva un problema abbastanza sentito da giustificarne il costo. Oggi, il contesto è completamente cambiato. I nuovi visori, come quelli di Meta o i futuri dispositivi di Apple, hanno imparato la lezione. Il design è molto più discreto, quasi indistinguibile da un normale paio di occhiali, e la trasparenza è al primo posto: una luce a LED segnala chiaramente quando il dispositivo sta registrando, affrontando di petto le preoccupazioni sulla privacy.
Gli utenti di Google Glass venivano talvolta definiti ‘glasshole’ (letteralmente ‘buchi di vetro’) e socialmente stigmatizzati. I modelli moderni affrontano questi problemi con design più discreti e funzionalità più trasparenti, segnalando le registrazioni tramite luci a LED e risultando visivamente quasi indistinguibili dagli occhiali tradizionali.
– Xpert.Digital, L’intelligenza artificiale è il fattore di successo per gli occhiali intelligenti
Soprattutto, la strategia di mercato è più intelligente. Invece di proporsi come un dispositivo “per tutti”, i nuovi visori partono da nicchie specifiche (gaming, fitness, produttività in ambito lavorativo) dove il valore aggiunto è immediato e tangibile. Questo approccio crea una base di utenti solida prima di tentare il grande salto verso il mercato di massa. I dati confermano questo rinnovato interesse: il mercato degli occhiali intelligenti sta vedendo una crescita del 210%, segnalando che, questa volta, il tempismo e l’approccio sono quelli giusti.
Come usare la tecnologia per essere più umano: automazione e CRM al servizio di un rapporto personalizzato con il cliente
In un mondo sempre più digitale, l’idea di usare la tecnologia per diventare “più umani” può sembrare un paradosso. Eppure, è esattamente ciò che accade quando strumenti come la Realtà Aumentata vengono integrati in modo intelligente nei sistemi di Customer Relationship Management (CRM). Il CRM, tradizionalmente, è un database che raccoglie informazioni sui clienti. L’AR lo trasforma in uno strumento di comprensione e interazione dinamica, un ponte tra i dati astratti e la realtà fisica del cliente. L’automazione non serve a spersonalizzare il rapporto, ma a liberare tempo per interazioni di maggior valore, basate su una conoscenza più profonda.
La tendenza è chiara: l’adozione di soluzioni avanzate è in pieno boom. Si stima che nel 2024, il 70% delle aziende stia adottando l’intelligenza artificiale e l’automazione nei propri sistemi CRM per migliorare l’esperienza del cliente. L’AR si inserisce in questo trend come il tassello mancante, quello che porta l’intelligenza del CRM fuori dall’ufficio e dentro il mondo del cliente.
Caso studio: CRM e personalizzazione omnicanale con AR
Immaginiamo uno scenario pratico. Un cliente, utilizzando la funzione AR di un sito di arredamento, prova virtualmente tre diversi modelli di divano nel suo salotto. Queste informazioni (modelli visualizzati, colori, dimensioni) non si perdono, ma vengono salvate automaticamente nel suo profilo CRM. A questo punto, l’automazione può inviare un’email personalizzata con un confronto dettagliato dei tre modelli. Il giorno dopo, un venditore può contattare il cliente per un follow-up iper-personalizzato, dicendo: “Ho visto dai dati che il modello blu si adatta bene al suo spazio. Sapeva che è disponibile anche con un tessuto antimacchia, perfetto se ha bambini o animali?”. Questo trasforma una fredda chiamata di vendita in una consulenza di valore, basata su esigenze reali e visualizzate.
La capacità di offrire un’esperienza personalizzata e su misura ai propri clienti emerge come fattore determinante per il successo aziendale. Grazie all’adozione di strumenti di analisi dei dati avanzati e di sistemi CRM evoluti, le imprese potranno segmentare il proprio pubblico in modo granulare per sviluppare soluzioni che rispondano in modo mirato alle loro necessità.
– E-Business Consulting, Quali Strategie per il B2B nel 2024 in Italia?
In questo modo, la tecnologia non sostituisce il contatto umano, ma lo potenzia. Fornisce al venditore o al consulente gli strumenti per essere più pertinente, empatico ed efficace, trasformando il CRM da un semplice archivio a un vero e proprio motore di customer success.
Midjourney per l’ispirazione, DALL-E per la precisione: quale IA visiva serve davvero al tuo progetto?
La creazione di esperienze in Realtà Aumentata richiede un elemento fondamentale: gli asset digitali, ovvero i modelli 3D e le immagini che verranno sovrapposti al mondo reale. Tradizionalmente, la loro produzione è un processo lungo e costoso che richiede competenze specialistiche. Oggi, l’Intelligenza Artificiale generativa sta rivoluzionando questo campo, democratizzando la creazione di contenuti e accelerando drasticamente i tempi di sviluppo. Tuttavia, non tutte le IA visive sono uguali. Comprendere le loro diverse specializzazioni è la chiave per costruire un workflow efficiente.
Piattaforme come Midjourney eccellono nella fase di ispirazione e conceptual design. Sono strumenti ideali per generare rapidamente una vasta gamma di concept visivi, esplorare stili diversi e definire l’atmosfera di una campagna AR. La sua forza risiede nella capacità di interpretare prompt creativi per produrre immagini artisticamente suggestive e originali. D’altra parte, strumenti come DALL-E (o Stable Diffusion) offrono una maggiore precisione e controllo, specialmente con funzionalità come l’inpainting e l’outpainting. Questi sono perfetti per la fase di produzione, dove è necessario creare o modificare asset specifici con dettagli accurati, come texture per un modello 3D o icone per un’interfaccia utente.
Workflow pratico: da concept AI ad asset AR
Un flusso di lavoro strategico potrebbe strutturarsi in tre fasi. Fase 1 (Ispirazione): si utilizza Midjourney per generare decine di idee visive per una nuova esperienza AR, ad esempio un filtro social a tema fantasy. Fase 2 (Produzione): una volta scelto il concept, si usa DALL-E per creare gli elementi specifici necessari, come la texture delle ali di un drago o le gemme per una corona, garantendo coerenza stilistica e precisione. Fase 3 (Integrazione): questi asset 2D vengono poi integrati come texture su modelli 3D e importati in una piattaforma di sviluppo AR (come Spark AR o Unity) per creare l’esperienza finale.
Come testimonia chi lavora sul campo, sebbene la generazione di modelli 3D complessi tramite IA sia ancora in fase embrionale, l’uso di IA generative per creare texture, materiali e variazioni di asset 2D è già una realtà consolidata. Questo approccio ibrido permette di abbattere i costi e i tempi di produzione, lasciando ai creativi più tempo per concentrarsi sull’esperienza utente e sull’interattività, piuttosto che sulla modellazione manuale di ogni singolo dettaglio.
La vera abilità non sta nel saper usare un singolo tool, ma nel capire come orchestrare i punti di forza di ciascuna IA all’interno di un processo produttivo coerente, sfruttando l’una per la creatività esplorativa e l’altra per l’esecuzione di precisione.
Da ricordare
- L’AR è un ponte, non un mondo a parte: A differenza della VR, il suo valore risiede nel potenziare la realtà fisica con informazioni digitali contestuali, migliorando l’efficienza nel mondo reale.
- L’accesso è già democratico: Grazie alla WebAR, le esperienze immersive sono fruibili dalla maggior parte degli smartphone moderni direttamente via browser, senza bisogno di app dedicate o visori costosi.
- Il ROI è concreto e misurabile: Le applicazioni in e-commerce, manutenzione e formazione non sono esperimenti, ma strategie consolidate che portano a un aumento delle conversioni, a una riduzione dei costi operativi e a un’accelerazione dell’apprendimento.
Crescere o morire: la guida strategica per identificare e cogliere le giuste opportunità di crescita per la tua azienda
In un mercato in continua evoluzione, l’alternativa alla crescita è la stagnazione, che porta inevitabilmente al declino. La Realtà Aumentata non è solo un nuovo canale di marketing o uno strumento di efficienza, ma un vero e proprio motore per la creazione di nuove opportunità di business e la ridefinizione di mercati esistenti. Tuttavia, il semplice “adottare l’AR” non è una strategia. Il successo dipende dalla capacità di identificare dove questa tecnologia può creare un valore unico e difendibile. Per farlo, un approccio strategico come la Blue Ocean Strategy si rivela incredibilmente efficace.
Questa strategia non si concentra sul battere la concorrenza in mercati affollati (gli “Oceani Rossi”), ma sul creare spazi di mercato completamente nuovi e incontrastati (gli “Oceani Blu”). Applicato all’AR, questo significa smettere di chiedersi “come possiamo usare l’AR per vendere di più?” e iniziare a domandarsi “quale frustrazione o incertezza fondamentale dei nostri clienti possiamo eliminare grazie all’AR, creando un’esperienza che nessuno offre?”. L’approccio deve essere “problem-first”, non “technology-first”.
Caso studio: Creare “Oceani Blu” con l’AR
Invece di competere con altre app di fitness, un’azienda potrebbe creare un servizio di personal training in AR che proietta un allenatore virtuale nel salotto dell’utente, fornendo feedback in tempo reale sulla postura: un nuovo mercato a metà tra l’app e il personal trainer fisico. Nel turismo, invece di creare un’altra guida digitale, si potrebbero sviluppare esperienze AR che “resuscitano” siti storici, mostrando come apparivano nel loro periodo di massimo splendore. Nell’interior design, si potrebbero offrire servizi di consulenza da remoto dove il designer può posizionare e modificare l’arredamento in 3D direttamente nello spazio del cliente. In ogni caso, l’AR non migliora un’offerta esistente, ma crea una categoria di servizio completamente nuova.
La Blue Ocean Strategy offre un framework per le aziende per rompere il ciclo della competizione intensa creando nuovi spazi di mercato. Applicato all’AR, significa identificare il più grande punto di incertezza o frustrazione nel percorso del cliente che l’AR potrebbe risolvere, piuttosto che chiedersi semplicemente ‘dove possiamo usare l’AR?’. Questo approccio ‘problem-first’ garantisce che l’investimento tecnologico generi valore reale e sostenibile.
– Simon & Associates, Why Blue Ocean Strategy® is Essential for Businesses to Grow in 2024
La vera opportunità strategica offerta dalla Realtà Aumentata non risiede nel fare meglio ciò che già si fa, ma nel fare cose che prima erano semplicemente impossibili. Identificare questi nuovi spazi richiede visione, comprensione profonda dei bisogni dei clienti e il coraggio di avventurarsi oltre i confini del proprio mercato attuale.
L’analisi strategica dei propri processi aziendali alla luce di queste nuove possibilità è il primo passo per trasformare una tecnologia emergente in un vantaggio competitivo duraturo.